Le cose innominabili
Emma Battaglia, Taranto, ce l’ha nel sangue: come patologia forse causata dalla polvere del grande Siderurgico che scontorna i margini delle cose, colora di rosso le tombe al cimitero e si deposita nei polmoni. Emma, il suo male, l’ha chiamato la Bestia. Del resto le parole sono importanti. Lo sa bene lei che è insegnante in un liceo e nel tempo libero fa la maestra a ragazzini che altrimenti imparerebbero solo dalla strada. Ma a furia di fronteggiare la Bestia in agguato si finisce per vedere il mondo in modo diverso, e da una prospettiva obliqua. Così Emma osserva il terremoto che scuote gli equilibri di potere ai piedi della Fabbrica. L’omicidio di un commercialista con entrature importanti e la guerra tra i clan del crimine organizzato hanno precipitato Taranto nel caos. Un poliziesco dalle mille voci, una commedia umana in cui l’indagine si frantuma in un infinito gioco di specchi e la scoperta della verità non coincide col fare giustizia. Racconta di un Sud che continua a dire delle vergogne del Paese intero: del profitto che vale più della vita, della catastrofe ambientale sulla pelle dei poveri cristi, dei gattopardi di sempre travestiti da nuovi padroni, di odiatori da social network, di sindacalisti corrotti, questurini corrotti, politici corrotti. Perché il veleno più subdolo è quello che guasta il cuore e la mente. E nella città dei veleni la polvere non solo contagia, ma distorce, annebbia e confonde.

Girolamo De Michele è nato fra le diossine di una città del Sud e vive fra le emissioni nocive di una città del Centro-nord in una nazione a sud dell’Europa; non fuma per non fornire alibi futuri. Ha scritto narrativa e saggistica pubblicando diversi libri fra cui Tre uomini paradossali, Scirocco, La scuola è di tutti e Filosofia. Corso di sopravvivenza.

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