Il saggio appartiene a quel filone dei gender studies di natura storiografica poco, o per nulla, praticato nel nostro Paese, che cerca di riscrivere tutte quelle “storie al maschile” dal punto di vista delle donne.

Il cinema, al pari degli altri ambiti lavorativi, è terribilmente maschilista e sessista, e per capirlo basterebbero due esempi: il caso tristemente emblematico del 2017, legato produttore Harvey Weinstein e che portò al movimento Me Too, e quello della disparità di genere nel lavoro del regista, che vede solo 7 donne dietro la macchina da presa contro 93 uomini.

Il saggio di Domenico Palattella è invece un atto dichiarato d’amore verso le donne del cinema, le attrici, le dive e le stelle che hanno contribuito a rendere la cinematografia italiana fra le più grandi e prestigiose del mondo.

Il libro vede la prefazione di Simona De Bartolomeo e i contributi di diversi esperti del cinema e giornalismo, come Ciro Borrelli, Raffaello Castellano, Marco Sani, Raffaele Battista e Giovanni Matichecchia.