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25 anni dopo Tangentopoli la corruzione non è diminuita: semmai ha cambiato le sue forme. La corruzione in Italia non è un insieme di episodi isolati ma un vero e proprio ‘sistema’, da cui è molto difficile sfuggire per chiunque abbia a che fare con la pubblica amministrazione. Davigo racconta quando da giovane seguì l’indagine che portò alla condanna per corruzione di 29 su 30 funzionari dell’ufficio IVA di Vigevano, tanto che sulla porta fu appeso il cartello CHIUSO PER ARRESTI. Uno dei giovani impiegati gli spiegò che appena assunto fu il suo capo a mettergli in mano la mazzetta, introducendolo a una pratica che – coinvolgendo tutto l’ufficio – era impossibile non condividere, se non… con un atto di coraggio! Questo anche per le caratteristiche stesse della corruzione: ‘serialità’ (chi corrompe una volta lo fa ancora) è diffusività (per corrompere si crea una rete). 25 anni dopo Tangentopoli la corruzione non è diminuita: semmai ha cambiato le sue forme, passando da una corruzione centralizzata attraverso i partiti nazionali a una locale, attraverso le amministrazioni decentrate.

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