Cinque incontri con allievi delle superiori di primo e secondo grado, di tre Comuni: alla “Pascoli” di S. Giorgio Jonico; a Grottaglie con i ragazzi della “De Amicis” ma anche con i più grandi dell’IIS “Don Milani-Pertini” e del Liceo Artistico in condivisione con l’assessore comunale alla PI e Cultura Antonio Vinci; infine a Castellaneta I.C. “Surico”.

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Non tanto per noi. Che il novecento, almeno nella seconda metà l’abbiamo vissuto pienamente. Soprattutto per quelli che invece l’hanno scavalcato nel pieno dei loro anni; e per i piu’ giovani ancora, ormai anche culturalmente oltre che socialmente e temporalmente lontanissimi dal secolo scorso. Per questi nostri figli e nipoti è più che mai necessario in questi giorni tornare a parlare della Shoah! Cosa è accaduto? Perché definita “il male assoluto”; tragedia dell’umanità così feroce, così dis-umana; se si assume il punto di vista collettivo (le società, lo Stato, il diritto, la cultura, il sapere scientifico, ecc.); ma anche addirittura “banale”, se si assume il punto di vista dell’individuo, in apparente contraddizione con il precedente. Come riconoscerne i segni? Cos’è il negazionismo? Perché riconoscere e ricordare le “docce” i “forni crematori”, i “campi”? A cosa servirebbe conoscere tutto ciò in un mondo ormai così trasformato, che basterebbe un drone e i pochissimi secondi seguenti all’esplosione di una -anche piccola- bomba atomica, per ottenere risultati piu efficaci, meno costosi, enormemente più veloci e soprattutto più puliti? Cosa distingue la Shoah da stermini, eccidi, guerre, purtroppo tornate (persino usuali) in occidente, mai allontanate altrove, dal M.O. all’Africa, all’Asia, all’America Latina? Ecco, per provare a immaginare il loro futuro, con i ragazzi e i giovani, il Presidio di Grottaglie e l’ANPI, hanno organizzato queste conversazioni con: Marcello Kalowski, scrittore romano, che quei fatti della Shoah conserva forti nel suo DNA e un filosofo; Francesco Fistetti che, docente, nelle aule universitarie, ha praticato “storia” e “filosofia” per tanti anni, con tante generazioni.


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